“200 e più domande e risposte sulla contraccezione e la contraccezione d’emergenza”[1]

 

 

In occasione della Giornata internazionale della contraccezione dello scorso 26 settembre, la Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha presentato alcuni dati allarmanti relativamente ai sistemi poco sicuri di contraccezione usati dal 24% di donne in età fertile del nostro paese, stimando che il 3,1% si affida alla fortuna, il 4,2% a metodi naturali e il 17,5% al coito interrotto. E se la pillola anticoncezionale (contraccezione ormonale) è utilizzata dal 16,2% delle donne, pare che tra le giovani sotto i 25 anni il 42% non utilizzi alcuna protezione durante la prima esperienza sessuale.

In un articolo della rubrica Salute di Tiziana Manacorda, sono riportate le parole di Emilio Arisi, medico ginecologo e presidente della Società medica italiana per la contraccezione (Smic), promotrice del sito di divulgazione mettiche.it, che in riferimento a queste tematiche attuali tracciano il seguente profilo:

           

“Rispondendo alle domande dei giovani mi rendo conto che c’è ignoranza anche da parte dei medici: a volte non si informano, e nonostante questo prendono posizione e danno indicazioni non corrette. […]. A questo aggiungiamo la quasi totale mancanza di dialogo tra genitori e figli su questi temi, e l’assenza di programmi scolastici strutturati di educazione sessuale. È normale che i giovani siano spiazzati e angosciati. Riescono ad accedere a molte informazioni grazie a Internet, ma poi non hanno gli strumenti per valutarle e per inserirle nei giusti contesti.” [2]

  

Negli ultimi tre anni sono arrivate a questo sito più di diecimila domande, a testimonianza del bisogno di chiarezza sui temi della sessualità. La necessità di ricevere delle risposte attendibili restituisce uno spaccato della nostra società, costituita da tante e differenti realtà culturali in cui vacillano le certezze relative alla consapevolezza, da parte dell’individuo, di essere un corpo vivente e di averne il diritto e dovere della cura. Sappiamo che è nella relazione con l’altro che inizia a prendere forma il nostro corpo e la psiche che lo abita, per questo dobbiamo, ancora e sempre, interrogarci sulla importanza dell’efficacia delle relazioni umane e, in questo particolare specifico, di quella che dà vita al mondo affettivo della coppia, per non avere paura di chiedere e di formulare i dubbi che si presentano.

 

Se nel caso di rapporti non protetti e di rischio di gravidanza non voluta l’unico consiglio è di non aspettare ad assumere il farmaco contraccettivo d’emergenza, con la raccomandazione che la ricetta serve solo alle minorenni e può essere prescritta da qualsiasi medico, anche nei consultori e nei pronto soccorso (il medico che si oppone può rischiare una denuncia), i principi attivi sono due e diversificano i due tipi di farmaci disponibili con efficacia differente: levonorgestrel (compressa da 1,5 milligrammi il cui nome commerciale può essere Norlevo piuttosto che Stromalidan o Escapelle. Le cosiddette pillole dei tre giorni dopo, da assumere entro le 72 ore, al massimo, dal rapporto non protetto) e ulipristal acetato (compressa da 30 milligrammi dal nome commerciale EllaOne, chiamata la pillola dei cinque giorni dopo, da assumere entro le 72 ore). Le pillole sono acquistabili in tutte le farmacie, senza ricetta, da parte di tutte le persone maggiorenni (anche da un uomo con delega e documento di identità della donna richiedente).

 

“Per decidere quale farmaco assumere – prosegue il dottor Emilio Arisi – è importante anche sapere che i due principi attivi hanno un’efficacia diversa nel prevenire la gravidanza: nel caso del levonorgestrel si va dal 52 al 94 per cento, mentre l’ulipristal acetato funziona nel 98 per cento dei casi. Il levonorgestrel, inoltre, blocca o sposta l’ovulazione di alcuni giorni solo se questa non è imminente, mentre l’ulipristal acetato agisce anche quando è prossima. Per riassumere, l’ulipristal acetato è più efficace del levonorgestrel. Nessuno dei due ha invece effetto su una gravidanza già cominciata. È importante anche sapere che i contraccettivi d’emergenza non proteggono dagli effetti dei rapporti sessuali successivi all’assunzione, ma solo da quelli che l’hanno preceduta: presumibilmente la copertura permane per 24 ore, ma diminuisce in fretta, e nel giro di tre giorni non vi è più traccia del farmaco nel corpo. Se necessario, è possible assumere un’altra pillola d’emergenza nello stesso ciclo ovulatorio.”[3]

 

Per avere ulteriori  informazioni è possible consultare i siti www.sceglitu.it  e www.mettiche.it dal quale è scaricabile gratuitamente l’e-book: 200 e più domande e risposte su contraccezione e contraccezione d’emergenza.

 

 

 

[1] E. Arisi, 200 e più domande e risposte su contraccezione e contraccezione d’emergenza, Società medica italiana per la contraccezione, e-book, 2006.  http://www.west-info.eu/it/contraccezione-le-donne-italiane-si-affidano-alla-fortuna/smic-200-e-piu-domande-e-risposte-su-contraccezione-e-contraccezione-demergenza-2016/ 

[2] T. Manacorda, Tutto sulla pillola del giorno dopo, in «D La Repubblica» 29 ottobre 2016, p. 157.

[3] Ivi, p. 158.