Senso di appartenenza e amore dell’Altro, funzione del sentimento, genitorialità: sembrano questi gli argomenti utili ad affrontare i problemi legati alla sessualità di adolescenti e giovani adulti, trattati negli articoli pubblicati di seguito, scritti da Massimo Ammaniti[1], Umberto Galimberti[2] e Massimo Recalcati[3].
I nostri ragazzi soli che si aiutano attraverso i social
Massimo Ammaniti
Di notte, nelle loro camere si scambiano informazioni su Facebook o su Whatsapp e noi non ne sappiamo nulla.
Nonostante siano passati più di cento anni dalla pubblicazione del libro di Sigmund Freud Tre saggi sulla teoria sessuale ci si interroga ancora oggi su come gli adolescenti scoprano la sessualità e come gli adulti, genitori o insegnanti, possano aiutarli in questo percorso. Nei primi anni di vita dei figli è più facile per i genitori parlare della sessualità, ad esempio mostrando illustrazioni o video, ma poi con l’ingresso nella pubertà tutto si complica, perché dare delle informazioni non è più sufficiente come in passato, occorre parlare più esplicitamente di come affrontare le prime esperienze sessuali, come proteggersi da possibili rischi. E poi chi ne deve parlare, il padre o la madre? Sono questi gli interrogativi a cui devono rispondere i genitori. Con la pubertà anche per i ragazzi e le ragazze lo scenario cambia profondamente, sotto l’impulso degli ormoni i desideri e le fantasie li travolgono spingendoli a iniziare le prime esperienze sessuali spesso all’interno del proprio gruppo dei coetanei. E i genitori rimangono spesso interdetti, vorrebbero consigliarli ma i figli non vogliono intrusioni e sono sempre piuttosto reticenti a parlare di sessualità, tranne quando incappino in qualche problema che li obbliga a richiedere il loro aiuto. Neanche la scuola riesce a fare molto, gli stessi corsi di educazione sessuale si muovono sul piano dell’informazione e non riescono a scalfire le resistenze dei ragazzi e delle ragazze a parlare di se stessi. E allora quali sono i canali che gli adolescenti usano per scoprire il mondo della sessualità? Le storie di amore e di sesso che si trovano ad esempio sulla piattaforma digitale Wattpad suscitano sicuramente la curiosità degli adolescenti, come anche i romanzi bestseller per giovanissimi con titoli accattivanti che inondano il mercato. Ma più che i ragazzi a leggere questi libri sono le ragazze, più portate a fantasticare e a sognare le storie d’amore, come avviene con la tradizione dei romanzi rosa un tempo prediletti dalle donne. Un classico romanzo rosa per ragazze è stato il famoso libro Piccole donne di Louise Alcott pubblicato nel 1868, che ha facilitato l’educazione sentimentale di generazioni e generazioni di ragazze di tutto il mondo. Le storie delle quattro sorelle raccontate dalla Alcott erano molto diverse da quelle che si possono leggere oggi, c’erano sì i turbamenti sentimentali dell’adolescenza, ma in un contesto di perbenismo americano, che veniva alfine coronato da matrimoni convenzionali. Basta leggere After, uno dei romanzi per gli adolescenti di oggi, per scoprire la grande differenza: la protagonista è Tessa una ragazza riservata e perbene, che vuole solo studiare in una buona Università, ma rimane intrappolata in una storia travolgente di sesso con Hardin, un ragazzo fascinoso e sregolato, arrogante e ribelle che l’assoggetta in un rapporto passionale. Ma negli ultimi anni sono soprattutto i social network ad aver cambiato gli scambi fra ragazzi e ragazze che passano lunghe ore a chattare su WhatsApp oppure su Facebook, favoriti anche dall’intimità della notte nella propria stanza e dal fatto di non trovarsi faccia a faccia. Fin dall’ingresso nell’adolescenza ci si scambia messaggi con aperte allusioni sessuali in un gioco che può prolungarsi non solo fra ragazzi e ragazze che si conoscono, ma anche con sconosciuti incontrati sui social network. E non solo si parla di sesso, ma si può arrivare a frasi pesanti verso una ragazza, si scaricano foto in cui si mostra il proprio corpo e si chiede di fare altrettanto al ragazzo o alla ragazza, fino a postare i video di rapporti sessuali che si sono avuti. È un’arena in cui spesso non si è soli, ci sono anche i coetanei che non solo assistono, addirittura intervengono con i propri commenti e le battute. L’intimità degli scambi sessuali viene messa sotto i riflettori dei coetanei e questo può esporre l’adolescente agli occhi degli altri divenendo una vittima della rete, con il rischio di perdere il senso della propria privatezza. Tutto questo può avvenire senza che i genitori lo scoprano, ma forse come nel recente film Perfetti sconosciuti i genitori devono aiutare i figli ad emergere da questo mondo clandestino da cui può essere difficile sottrarsi.
Non è l’anatomia a rendere capaci di fare i genitori
Umberto Galimberti
Ora che le decisioni sono state prese e il clima su questo tema non è più infuocato, approfitto della sua lettera garbata e argomentata per tornare sul tema delle adozioni, discutendo in termini “quasi scientifici”, dal momento che la psicoanalisi a cui lei fa riferimento non è una scienza, e le neuroscienze sanno ancora troppo poco dell’anima e anche, se mi permette, del corpo. La separazione dell’anima dal corpo è stata inaugurata da Platone per giungere a conoscenze universali e valide per tutti, a cui non era possibile pervenire se ci si fosse regolati unicamente sulle informazioni provenienti dai sensi corporei, essendo queste informazioni diverse da individuo a individuo, e nel corso della vita dello stesso individuo. Poi il Cristianesimo, con Agostino, accolse il dualismo di anima e corpo che Platone aveva inaugurato per risolvere un problema di conoscenza, e lo rigiocò in un altro scenario: quello della salvezza. Il passo successivo ancora fu compiuto da Cartesio che, inaugurando la scienza moderna, ridusse il corpo a organismo e poi cercò di porlo in relazione all’anima ricorrendo alla ghiandola pineale. Quando sento dire che la psicologia è ormai persuasa che esiste una relazione tra anima e corpo, dico che questa relazione è un puro gioco di parole, finché qualcuno non sarà in grado di dimostrarmi perché, se uno mi insulta (evento culturale) mi produce una vasodilatazione (evento fisiologico). Per quanto concerne le neuroscienze, esse sono ancor meno attrezzate della psicologia per trovare l’unità di anima e corpo, perché il corpo che indagano è ancora il corpo di Cartesio, ossia l’organismo, non il corpo del mondo della vita, del tutto estraneo alle neuroscienza, e, se mi permette, in parte anche alla psicologia, eccezion fatta per la psicologia fenomenologica che da un secolo a questa parte, con Husserl, Heidegger, Jaspers, Sartre, Merlau-Ponty, Binswanger, Minkowski, e da noi Callieri e Borgna, sta chiedendo alla psicologia di cambiare paradigma. Ho fatto questa premessa perché lei mi parla di corpi maschili e femminili, intendendo gli organismi della donna e dell’uomo, che sono indubbiamente diversi. Ma se dall’organismo ci portiamo all’altezza del corpo, la felicità di un bimbo dipende dall’affetto che riceve, dall’attenzione che chi lo ha adottato gli dedica, dal mondo che i genitori adottivi gli creano intorno. Perché l’organismo, come tutte le cose, “è” nel mondo, mentre il nostro corpo “dischiude” un mondo, accoglie gli stimoli che da quel mondo provengono e in quel mondo si sente chiamato e impegnato. Ed è di un mondo che i bambini hanno bisogno, non di due organismi diversamente sessuati. Per quanto poi riguarda la psicoanalisi, Lacan, che lei opportunamente cita, riformula in altro modo quello che Freud aveva già enunciato illustrando il complesso di Edipo, il cui superamento decide la buona organizzazione psichica del soggetto. Ma Freud aveva anche precisato che tale concetto era applicato solo in Occidente, dove vige la famiglia nucleare, e non nelle altre società che Freud definisce «eso-edipiche», dove si cresce al di fuori del percorso edipico, senza per questo diventare affatto dei disadattati o dei pazzi. Quando nelle dispute sulle adozioni gay sento dire che “ogni bimbo ha diritto a un padre e a una madre”, penso: quanto siamo ancora etnocentrici, nell’assumere l’organizzazione familiare che noi occidentali ci siamo dati come l’unica in grado di garantire la salute psichica di chi viene al mondo! Salvo poi curare la depressione di tantissimi giovani, che giungono persino a progettare il suicidio, pur avendo avuto una mamma e un papà.
Si fa presto a dire famiglia
Massimo Recalcati
Famiglia è ancora una parola decente che può essere pronunciata senza provocare irritazione, fanatismi o allergie ideologiche? Famiglia è ancora una condizione fondamentale e irrinunciabile del processo di umanizzazione della vita oppure è un tabù da sfatare? Se c’è stato un tempo nel quale essa appariva circondata da un alone di sacralità inviolabile non rischia forse oggi di essere condannata come una sopravvivenza ottusa della civiltà patriarcale? Sono solo i cattolici più intransigenti a sostenere la sua esistenza come indispensabile alla vita umana?
Dal punto di vista laico della psicoanalisi la famiglia resta una condizione essenziale per lo sviluppo psichico ed esistenziale dell’essere umano. La vita umana ha bisogno di casa, radici, appartenenza. Essa non si accontenta di vivere biologicamente, ma esige di essere umanamente riconosciuta come vita dotata di senso e di valore. Lo mostrava “sperimentalmente” un vecchio studio di Renè Spitz sui bambini inglesi orfani di guerra che dovettero subire il trauma della ospedalizzazione (Il primo anno di vita del bambino, Giunti 2009). La solerzia impeccabile delle cure somministrate dalle infermiere del reparto nel soddisfare tutti i bisogni cosiddetti primari dei bambini non erano sufficienti a trasmettere loro il segno irrinunciabile dell’amore. Effetto: cadute depressive gravi, anoressia, abulia, marasma, stati di angoscia, decessi. Se la vita del figlio non è raccolta e riconosciuta dal desiderio dell’Altro, resta una vita mutilata, cade nell’insignificanza, si perde, non eredita il sentimento della vita. Non è forse questa la funzione primaria e insostituibile di una famiglia? Accogliere la vita che viene alla luce del mondo, offrirle una cura capace di riconoscere la particolarità del figlio, rispondere alla domanda angosciata del bambino donando la propria presenza. La clinica psicoanalitica ha riconosciuto da sempre l’importanza delle prime risposte dei genitori al grido del figlio. Non si tratta solo di soddisfare i bisogni primari perché la vita umana non è la vita di una pianta, né quella dell’animale, non esige solo il soddisfacimento dei bisogni, ma domanda la presenza del desiderio dell’Altro; vive, si nutre del desiderio dell’Altro. La vita umana non vive di solo pane, ma dei segni che testimoniano l’amore. L’attualità politica ci impone a questo punto una domanda inaggirabile: tutto questo concerne la natura del sesso dei genitori? Essere capaci di rispondere alla domanda d’amore del figlio dipende dalla esistenza di una coppia cosiddetta eterosessuale? La famiglia come luogo dove la vita del figlio viene accolta e riconosciuta come vita unica e insostituibile – ogni figlio è sempre “figlio unico”, afferma Levinas,– è un dato naturale, un evento della biologia? Siamo sicuri che l’amore di cui i figli si nutrono scaturisca, come l’ovulo o lo spermatozoo, dalla dimensione materialistica della biologia? Esiste davvero qualcosa come un istinto materno o un istinto paterno o forse queste formulazioni che riflettono una concezione naturale della famiglia contengono una profonda e insuperabile contraddizione in termini? Se, infatti, quello che nutre la vita rendendola umana non è il “seno”, ma il “segno” dell’amore, possiamo davvero ridurre la famiglia all’evento biologico della generazione? Non saremmo invece obbligati a considerare, più coerentemente, che un padre non può essere mai ridotto allo spermatozoo così come una madre non può mai essere ridotta ad un ovulo? La domanda si allarga inevitabilmente: cosa significa davvero diventare genitori? Lo si diventa biologicamente o quando si riconosce con un gesto simbolico il proprio figlio assumendosi nei suoi confronti una responsabilità illimitata? Le due cose non si escludono ovviamente, ma senza quel gesto la generazione biologica non è un evento sufficiente a fondare la genitorialità. In questo senso Françoise Dolto affermava che tutti i genitori sono genitori adottivi. Generare un figlio non significa già essere madri o padri. Ci vuole sempre un supplemento ultra- biologico, estraneo alla natura, un atto simbolico, una decisione, un’assunzione etica di responsabilità. Un padre e una madre biologica possono generare figli disinteressandosi completamente del loro destino. Meritano davvero di essere definiti padri e madri? E quanti genitori adottivi hanno invece realizzato pienamente il senso dell’essere padre e dell’essere madre pur non avendo alcuna relazione biologico-naturale coi loro figli? Questo ragionamento ci spinge a riconsiderare l’incidenza del sesso dei genitori. Ho già ricordato come l’amore sia a fondamento della vita del figlio. Ma l’amore ha un sesso? Prendiamo come punto di partenza una formula di Lacan: “l’amore è sempre eterosessuale”. Come dobbiamo intendere seriamente l’eterosessualità? Questa nozione, per come Lacan la situa a fondamento dell’amore, non può essere appiattita sulla differenza anatomica dei sessi secondo una logica elementare che li differenzia a partire dalla presenza o meno dell’attributo fallico. L’amore è eterosessuale nel senso che è sempre e solo amore per l’Altro, per l’eteros. E questo può accadere in una coppia gay, lesbica o eterosessuale in senso anatomico. Non è certo l’eterosessualità anatomica – come l’esperienza clinica ci insegna quotidianamente – ad assicurare la presenza dell’amore per l’eteros! È invece solo l’eterosessualità dell’amore a determinare le condizioni migliori affinchè la vita del figlio possa trovare il suo ossigeno irrinunciabile.
[1] M. Ammaniti, I nostri ragazzi soli che si aiutano attraverso i social, in «La Repubblica» 1 maggio 2016, p. 45.
[2] U. Galimberti, Non è l’anatomia a rendere capaci di fare i genitori, in «D – La Repubblica» 30 aprile 2016, p. 130.
[3] M. Recalcati, Si fa presto a dire famiglia, in «La Repubblica» 1 maggio 2016, p. 56.